29 aprile – 5 maggio 2015

Associazione Italia Russia
via Cadore 16 Milano

Orari
9.30-12.30 e 15-20
da lunedì a venerdì
Ingresso libero

Collezionare, voce del verbo viaggiare
Goodbye, Lenin! si inserisce nel ricco calendario di iniziative ed eventi che l’Associazione Italia Russia presenta al pubblico e in cui si declina – ormai da settant’anni – l’impegno dell’Associazione nella promozione della cultura russa in Italia e della cultura italiana in Russia.

La mostra-evento Goodbye, Lenin!, organizzata con la collaborazione di Episteme, presenta una parte delle opere che il sociologo Giampaolo Fabris ha raccolto nel corso dei suoi viaggi in Urss. Si tratta di una trentina di opere pittoriche che risalgono al finire degli anni ’70 e ’80, dipinte nelle Accademie di belle arti o da artisti non famosi, in ambiti in cui l’esercizio di stile prescrive la riproduzione delle opere più note del Realismo socialista.

Con Realismo socialista si classifica una produzione artistica molto ampia del XX secolo che si sviluppò in Urss dalla fine degli anni Venti fino all’avvio della stagione brezhneviana, e che andò esaurendosi nel corso degli anni Settanta. È un “fenomeno storico e culturale” il cui filo conduttore fu l’esaltazione della funzione sociale dell’arte e della superiorità del contenuto sulla forma, e insieme la celebrazione di un ipotetico radioso avvenire della società socialista. A tale “invito monolitico” gli artisti risposero dapprima con grande slancio e varietà di soluzioni, sia nella pittura che nella letteratura, nel cinema e nella musica. Ma poi, nel corso degli ultimi anni, con una monotona ripetitività degli schemi.

Il Ritratto di Lenin di Nikolaj Pragodin del 1950, Lenin al telegrafo di Igor Grabar del 1933, La dichiarazione di Lenin ai Soviet di Vladimir Serov del 1947, Lenin a Razliv di Arkadij Rylov del 1937, Il riposo dopo la battaglia di Jurij Neprintsev del 1955, o per concludere Il pane di Tatjana Jablonskaja del 1949 sono solo alcuni dei riferimenti iconografici più celebri a cui i quadri in mostra attingono e si ispirano. Repliche in cui il soggetto – Lenin appunto – viene riprodotto in svariate sfumature, celebrato e immortalato in pose e contesti che vorrebbero/dovrebbero rivelare le sue doti più umane, il suo stile di vita sobrio, corretto ed esemplare, cristallizzato su enormi tele.

Al di là delle valutazioni artistiche e delle decodificazioni politiche su questo tipo di arte, che ieri si volevano definitive e invece già a distanza di pochi decenni sembra riserbare qualche sorpresa, Goodbye, Lenin! è prima di tutto un omaggio allo spirito di Giampaolo Fabris. In controluce, la sua collezione ci parla di tante cose: della passione per i viaggi, dell’entusiasmo e della vitalità, della curiosità intellettuale. Questa mostra è un piccolo viaggio fra il pubblico e il privato.